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Intervista a Chiara Facineroso del Corso Professionalizzante per Cuoco Myda a Catania

Chiara Facineroso Myda Scuola di Cucina Catania

 

Intervista a Chiara Facineroso – 32 anni – Aspirante Chef

intervista-a-chiara-facineroso-corso-per-cuoco-myda-scuola-cucina-cataniaParlaci di te

Sono fidanzata da 12 anni e convivo da 5 con il mio fidanzato. Dopo il diploma mi sono iscritta all’Università. Aspiravo ad insegnare filosofia. La filosofia è una cosa che ho sempre amato; è dall’età di 13 anni che leggo libri di filosofia, è proprio una mia passione. Poi problemi pratici e problemi familiari, mi hanno indotto ad abbandonare stupidamente – voglio proprio sottolineare stupidamente – gli studi e ho cominciato a lavorare come segretaria. Ho lavorato per un’azienda per tanti anni. Ho acquisito delle esperienze fino a diventare responsabile di reparto di quest’azienda. Poi per problemi economici loro, a seguito della crisi, che si sono riversati su noi dipendenti, ho dato io le dimissioni; non mi hanno licenziato loro. Io sono andata via – l’azienda ha in seguito anche dimezzato il personale – e così ho deciso di reinventarmi. Ho provato a cercare altri lavori, ma dopo aver accumulato una certa esperienza non riuscivo ad accettare il compromesso di lavorare per aziende con retribuzioni molto basse, o mansioni che non mi si addicevano. Per tutti questi motivi ho deciso di fare ciò che ho sempre amato fare e cioè la CUOCA!

Com’è nata questa tua passione per la cucina?

Io ho sempre cucinato. Faccio parte di una famiglia di cuochi: mia nonna, mia madre, mia zia, tutti cucinano sono “cuochi per passione”; tranne alcuni miei zii che sono proprio dei professionisti. A me è sempre piaciuto cucinare, non mi ha mai insegnato nessuno a fare questo. È una cosa che ho proprio dentro, una passione, che ho deciso adesso di tramutarla in una professione. Questo perché non voglio cercare qualcosa che non mi rende felice, ho già 32 anni, e adesso voglio fare ciò che desidero fare.

Come sei venuta a conoscenza della scuola?

Tramite Mario Trovato, cugino di una mia carissima amica. Cercavo disperatamente una scuola di cucina abbastanza valida. Mario ha frequentato diversi corsi presso Myda Scuola di Cucina; ha avuto così modo di valutare l’efficienza della Scuola… e in effetti aveva ragione! (riChiara Facineroso Esame Finalede, ndr)

Per quale motivo stai frequentando il Corso Professionalizzante di formazione per Cuoco?

Ho un obiettivo ben specifico, voglio fare Catering e Banqueting. Poi naturalmente qualsiasi opportunità mi capiti è ben accetto. Per raggiungere questo scopo sto cercando di organizzarmi con altre persone perché ovviamente da soli non si può fare e quindi ho deciso di specializzarmi e impratichirmi ovviamente.

Quali sono stati gli elementi principali che ti hanno portato a scegliere questa scuola?

È stata la trasparenza di Loredana (Crisafi, Docente Chef e Fondatrice di Myda Scuola di Cucina, ndtr) a colpirmi. Ho girato svariate scuole e ho appreso svariate informazioni. Questa fra tutte mi è sembrata la più valida. Questo perché, ripeto, quando sono venuta qua Loredana è stata molto trasparente: mi ha fatto visitare la cucina, mi ha fatto vedere tutta la Scuola e questa è stata una cosa importante per me; quando ho parlato con un’altra scuola non mi ha fatto vedere neanche l’ambiente in cui avrei dovuto lavorare, senza mai capire il perché – forse per privacy, non lo so. Anche al programma stesso mi ha fatto dare una lettura molto veloce, forse perché si insospettivano che avessi divulgato la loro didattica. Loredana invece oltre a essere stata molto trasparente è stata molto chiara, mi ha fatto vedere tutto e mi ha spiegato tutto, dalla parte economica alla parte pratica, e tutto questo mi ha ispirato fiducia… sì, devo dire che mi ha ispirato tanta fiducia…

Se dovessi descrivere i Docenti Chef con cui avuto a che fare, quindi Mario Casu, Loredana Crisafi, Dino Catalano, come anche i tuoi colleghi di corso, come li descriveresti?

Io mi sono trovata benissimo. È veramente difficile trovare 5 o 6 persone con cui riesci a trovarti bene e con cui riesci soprattutto a lavorare bene. Non ho avuto alcun problema, sin dall’inizio.

C’è qualcosa che cambieresti della scuola?

A freddo adesso ti direi di no. Effettivamente certe cose si devono realizzare per bene per comprenderle meglio e avere la possibilità di commentare e criticare. Adesso posso dire che ho imparato abbastanza le tecniche.

Hobby, passioni oltre la cucina?

Fotografia. Avevo scelto in passato anche questa carriera, ma in realtà non mi ha soddisfatto tantissimo. Ogni tanto la pratico ancora.

Consiglieresti questa scuola a qualcuno?

Sì, la consiglierei decisamente. Ho imparato tantissimo, ti insegnano le tecniche, come lavorare all’interno di una cucina, come gestire una brigata, quindi credo che le basi me le abbia date. Poi sta a me approfondire ulteriormente.

Qual è la cosa che ti ha colpito di più di questa esperienza?

Mi è piaciuta tantissimo la lezione a platea che abbiamo fatto a Zafferana Etnea con il maestro Ciccio Sultano (visita il sito ufficiale cicciosultano.it) perché era un ambiente che non ho mai avuto modo di frequentare. Vedere tutti quei professionisti, cuochi che spiegavano è stato davvero bello ed emozionante. Davvero una bella esperienza. Anche lavorare a Nunziata di Mascali è stato bello, perché per la prima volta sono stata in una cucina professionale; non ho mai lavorato in una cucina professionale e quindi anche quella è stata una bella esperienza.

Esperienze precedenti?

Io ho sempre cucinato a casa, anche per 30-40 persone, però mai in un ristorante.

Qual è la cosa con la quale hai avuto più difficoltà?

Io sono vegetariana. Non mangio né carne, né pesce proprio perché provo un amore sviscerato nei confronti degli animali, ne ho un rispetto enorme. Quindi dover prendere un pollo e sventrarlo, o dover prendere un pesce, toglierli la testa, sviscerarlo è stato molto pesante. Però mi sono messa anche là in gioco e sono riuscita a farlo. È stata proprio questa la cosa più difficile per me. Solitamente vado dal macellaio e trovo la carne già bella sistemata e non mi curo di dover pulire, sventrare, ficcare il coltello, uccidere… non lo faccio. Però anche questa è stata un’esperienza che sono riuscita a fare, e credo anche bene.

Qual è la cosa della quale hai avuto meno difficoltà?

Credo proprio nel cucinare gli alimenti. Ribadisco che non ho mai avuto esperienze professionali. Ho sempre cucinato in base al mio gusto, a sensazioni diciamo, e devo dire che queste sensazioni erano proprio giuste…

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Cosa ti contraddistingue?

Come dicevo a Loredana a me piacciono le sfide. La pasta è uno dei piatti più complicati, in quanto ci sono molti più passaggi. Ho chiesto io allo Chef Mario se potevo farla (si riferisce al raviolo si sgombro, vedi foto). Se mi avesse ritenuta capace di farla, non me l’avrebbe fatta fare. Siccome ribadisco a me piacciono le sfide. Io dico, quello che non sei capace di fare, fallo e impara a farlo sennò non ha senso.

Cosa ti aspetti del futuro?

Finora non ho mai avuto il coraggio di espatriare, perché per me la conoscenza della lingua costituisce un limite. Se avessi dei figli gli consiglierei di andare all’estero. In Svizzera ad esempio.

Hai un piatto particolare che ti contraddistingue?

I primi principalmente, ma in realtà il piatto che mi viene benissimo e la coscia di tacchino cotta nel vino, di cui tutti mi fanno i complimenti. Sembrerà strano per una vegetariana che il piatto di successo sia un piatto di carne; la preparo senza assaggiarla.

Come si prepara?

Basta prendere una coscia di tacchino, metterla in una casseruola e farla rosolare per bene con un po’ di olio, cipolle e carote, tutte insieme. Dopo di che si aggiunge il vino, si copre un po’ più della sua metà. Si mette un coperchio e si fa cuocere. Poi ovviamente si aggiungono gli aromi: rosmarino, pepe nero (no il pepe bianco, a me il pepe bianco non piace… lo Chef Mario Casu in questo caso mi direbbe: no devi mettere il pepe bianco per il colore, e siccome faccio tutto a mio gusto procedo così, anche se poi non la mangio) poi ovviamente il sale. Sono del parere che gli aromi vanno utilizzati in cucina e ovviamente si devono saper accoppiare. Quindi se a qualcuno piace qualche tipo di aroma che sta bene col rosmarino e il pepe nero e col tacchino naturalmente, può anche aggiungerlo. Farla cuocere per almeno un’ora. Prendere a fine cottura una parte delle verdure (le cipolle e le carote), frullarle per creare una salsa, mischiarle al resto del sughetto, tagliare, servire e… buon appetito a tutti!

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