Cerca
Close this search box.

Anna Fichera, 54, Misterbianco, CT, Consulente e Docente di Pasticceria Myda

La nostra pastry chef, che ha cambiato ai suoi quarant’anni il mestiere di agente di commercio per dedicarsi all’arte dolciaria, si racconta: “…ho capito a mie spese che non c’è età per fare il lavoro che si ama”.

Mamma di due figli, circa nove anni fa, rimasta incantata dalla pasticceria moderna, svolta tutto e comincia a frequentare corsi di pasticceria tenuti da grandi maestri francesi e italiani, sviluppando le sue competenze professionali. La nostra Anna Fichera inizia poi a lavorare come commis presso hotel, ma trova la sua vera dimensione facendo l’insegnante di pasticceria. Il suo prossimo obiettivo è quello di diventare consulente aziendale per realtà dolciarie di una certa importanza.
Pastry Chef Anna Fichera
Come sei diventata Pastry Chef?
Provengo da un altro mondo. Sono laureata in economia e commercio e ho svolto per tanti anni la professione di agente di commercio; ma il campo non mi appassionava molto. Sono sempre stata appassionata di arte, cultura in generale e, soprattutto, di bellezza estetica; ed è proprio l’estetica che mi ha dato l’impulso di svoltare ai dolci. Sono amante della pasticceria moderna: questa evoluzione di colori, di forme e di bellezza, che ha subito quest’arte in particolare nel corso del tempo, mi ha letteralmente incantata. Così, ho iniziato per scherzo a provare, sperimentare, studiare molto da sola, sono sempre stata una di quelle a cui le cose piace scoprirle. Poi ho frequentato corsi professionalizzanti con Mof francesi (Meilleur Ouvrier de France, n.d.r.), maestri italiani, fra cui Luca Montersino ed Emmanuele Forcone, per migliorare le mie competenze nell’ambito della pasticceria moderna. Dopo di che ho lavorato per gli hotel, sviluppando molto le mie conoscenze di pasticceria classica, un must per essere definito un bravo pasticcere.
Da quanto tempo lavori nell’ambito della pasticceria professionale?

Mi ritrovo in questo settore da circa 9 anni. Inizialmente ho fatto quello che gli altri si aspettassero da me, mettendo le mie passioni da parte. Quando poi ho capito che quello che facevo mi rendeva infelice, e non sarei mai stata soddisfatta, ho deciso di decidere io per la mia vita; per cui ho intrapreso questo nuovo mestiere entrando letteralmente dalla porta di servizio, come commis, ma ho capito subito che quel ruolo mi stava stretto: amo molto organizzare, decidere, sviluppare; di conseguenza, la mia indole imprenditoriale mi ha portata ad inserirmi in questo mondo come insegnante di pasticceria. Ho trovato così la mia vera dimensione, ovvero non rimanere sempre in laboratorio e fare sempre le stesse cose, ma scoprire e dare sempre di più, dedicandomi totalmente all’insegnamento e alla consulenza; ho collaborato con varie scuole in tutta Italia.

Qual è la cosa che ti rende più soddisfatta di essere insegnante e consulente di pasticceria?

La parte più bella di questo lavoro, secondo me, è trasferire, dare, condividere il più possibile: non dobbiamo mai temere che l’arte ci venga rubata, perchè poi ognuno di noi la svilupperà sempre a modo suo; non ci sarà mai da nessuna parte una copia esatta di noi stessi. Non c’è soddisfazione più grande vedere i corsisti fieri dei loro risultati, ricevere le foto delle loro preparazioni, oppure quando ti chiedono qualsiasi informazione o ti lanciano un SOS pasticceria del sabato o della domenica.

Qual è stata la difficoltà più grande incontrata finora svoltando dall’ambito commerciale all’arte dolciaria?
Essere donna. Mi sono trovata spesso in brigate quasi totalmente maschili, e finchè sei un’assistente ti guardano bene, ma se assumi un ruolo più autorevole e ti fai chiamare chef, le cose cambiano. In questo mondo, secondo me, c’è tanto lavoro da fare in questo senso, ma mi difendo bene. Quando si lavora insieme non c’è genere, semmai un obiettivo comune da raggiungere. Il fatto di dover essere visto diverso perché uomo o donna, per me non esiste. In realtà il problema di genere non è stata l’unica difficoltà incontrata nel mio percorso: ho faticato tanto a far capire ai miei che era questa la scelta giusta per me, riuscire a far superare loro il fatto di aver messo da parte i tacchi e il tailleur per indossare la giacca da pasticcere, non è stato affatto facile, ma finalmente l’hanno capito bene che non torno più indietro. Adesso sono felice, serena, stanca a volte, ma soddisfatta di me e, secondo me, in un lavoro non c’è cosa più bella quando chiudi la giornata con soddisfazione. Al contrario, quando sei costretto a fare una cosa e chiudi la giornata con un forte senso di frustrazione, è proprio lì che conviene fermarsi e riflettere un attimino…
Come sei venuta a conoscenza della scuola Myda?
Con Loredana (Crisafi, docente chef e fondatrice di Myda scuola di cucina Catania, n.d.r.) ci siamo conosciute prima del lockdown e siamo subito entrate in sintonia. Ci siamo risentite circa a metà del 2023, quando lei mi ha ricontattato per tenere i corsi. Ho sempre seguito la scuola, mi è sempre piaciuta, e quando mi è stata data l’opportunità di insegnare, non ho esitato un attimo ad accettare.
Come immagini il futuro della tua carriera in pasticceria?

Mi sento ancora di dover crescere tanto in futuro. Voglio riuscire a collaborare sempre di più in ambito didattico con le scuole di pasticceria; il mio sogno è quello di diventare consulente aziendale per realtà dolciarie di una certa importanza. In quest’ultimo caso credo che l’età mi ostacoli un pochettino, ma ho capito a mie spese che non c’è età per fare il lavoro che si ama.
Voglio riprendere allo stesso tempo la mia formazione, perché a causa della pandemia c’è stato uno stacco. Cresci solo se stai al passo con i tempi, altrimenti rischi di fossilizzarti e fare sempre quelle stesse quattro cose, e a me non piace. Nel mio ambito professionale inoltre è fondamentale coalizzarsi: sono membro di due associazioni di categoria, Conpait ed EPPCI, per fare gruppo, tenermi aggiornata sul settore, anche se in realtà sono un cavallo libero, preferisco non essere ingabbiata (ride, n.d.r.).
Amo essere leale: se collaboro con qualcuno, mi piace dire le cose chiaramente, senza nessun problema, senza adottare strategie particolari o ricorrere a sotterfugi vari.

Iscriviti alla nostra Newsletter

Rimani aggiornato sugli eventi, i corsi e le novità di Myda Scuola di Cucina

Condividi con i tuoi amici

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *