Cerca
Close this search box.

Davide Turino, 36, Catania, Chef – Docente di cucina Myda

Davide-Turino-chef-docente-di-cucina-myda-scuola-di-cucina-catania_sedici-noni

Intrapresi gli studi in medicina, decide di svoltare tutto e dedicarsi alle arti culinarie; un percorso non convenzionale che ha portato il nostro tutor del corso professionalizzante per cuoco a conoscere diverse culture in giro per il mondo attraverso il loro cibo.

Dopo essersi trasferito a New York, spostato in Messico e nel Sud-est asiatico, in Indonesia, un anno e mezzo, per approfondire il mestiere di chef, ritorna in Italia, a Roma, per lavorare a fianco del maestro Anthony Genovese, ristorante “Il Pagliaccio”, 2 stelle Michelin. Davide è attualmente consulente di cucina presso “Cutilisci”, a Catania. Sarà lui a seguire la 19^ classe di aspiranti cuochi Myda che si sottoporranno, a conclusione del loro ciclo formativo, al giudizio della commissione degli esami finali fissati il prossimo 19 gennaio.

Chef Davide Turino
Cosa ti ha spinto a svoltare tutto, passare dall’ambito medico a quello della ristorazione?
Sono da sempre un grande appassionato sia di scienza che di arte, come anche di cucina. A casa mia cucinano tutti, da mia nonna che ha poi insegnato a mia madre ed entrambe anche me, mi sono sempre dilettato in cucina. Intrapresi gli studi in medicina mi sono reso conto che non era quella la mia vera aspirazione professionale, se fossi rimasto lì avrei dato un seguito solo alla mia passione per la scienza. Solo il mestiere di cuoco avrebbe potuto coniugare la mia passione per l’arte e la mia passione per la scienza, facendomi sentire più realizzato.

Ti sei candidato spontaneamente come docente di cucina Myda, nel 2021, come hai scoperto la scuola e perché volevi proprio farne parte, cosa ne ha suscitato il tuo interesse?
Sono venuto a conoscenza di Myda, prima di lasciare gli studi in medicina, nel periodo in cui mi stavo informando sulle scuole che facessero corsi di formazione per cuoco a Catania. Nel frattempo, però, trovai impiego proprio come cuoco, e cominciai a fare esperienza diretta nella ristorazione, con l’intento che ciò avrebbe potuto aiutarmi a prendere una decisione ancora più consapevole. Quando ritornai a Catania, dopo la mia esperienza all’estero e a Roma, conobbi un ex allievo Myda, fu proprio da quest’incontro che mi balzò in mente l’idea di una candidatura spontanea come docente di cucina nella scuola. Insegnare cucina era proprio qualcosa che mi appassionava e mi appassiona molto tuttora; durante il periodo Covid, nel 2020, presi il diploma alberghiero propedeuticamente a questo mio obiettivo. Dopo un primo incontro con Loredana (Crisafi, docente chef e fondatrice di Myda scuola di cucina Catania, n.d.r.) passammo ad una collaborazione per i corsi, gli eventi e le cooking class per i turisti, e così il mio sogno si è realizzato. Loredana ti dà tutto lo spazio possibile per esprimerti ed essere te stesso, grazie a lei ho trovato la mia dimensione, le sono molto grato per questo.

C’è stato un momento volevi tornare indietro, mollare la cucina professionale e continuare gli studi in medicina, quali principali difficoltà hai comunque dovuto affrontare finora?
Il lockdown mi ha messo a dura prova, è stato davvero un brutto periodo per tutto il mondo della ristorazione. Per mia scelta professionale poco prima di questo episodio, lasciai il lavoro che avevo qui a Catania, per continuare a fare il cuoco all’estero, ma le circostanze non me lo permisero. A parte questo non ho mai avuto nessun rimpianto della scelta che ho fatto, anzi, sono contento di averla fatta, perché mi ha permesso di visitare tanti posti, conoscere tante culture diverse attraverso il loro cibo, fare tante esperienze; oggi mi sta permettendo di entrare in tante cucine sia come consulente che come cuoco, fare assaggiare i miei piatti a tante persone. Tutto questo mi rende particolarmente contento.

A chi devi davvero tanto per essere lo chef che sei diventato?
Ho delle idee molto chiare riguardo a ciò. Le persone che sono stati importanti per la mia professione sono sicuramente Alan Strazzeri, il mio primissimo chef di Cutilisci, cucina presso cui sono ritornato a lavorare, ne sono attualmente consulente. A seguire Philip Guardione, le chef per cui ho lavorato a New York, un’esperienza incredibilmente formativa, devo tanto alla brigata di “Piccola Cucina”. E ancora lo chef Genovese, con cui ho lavorato a fianco nel mio anno a “lI Pagliaccio”, è lì che ho conosciuto il mio compagno di avventure, Daniele: quando venne a mancare in servizio il pasticcere Thierry Tostivint a causa di una malattia, figura altrettanto importante per me da un punto di vista professionale, ci trovammo a tenere le redini della situazione.

Stai aiutando la tua seconda classe diplomandi Myda a raggiungere i loro prossimi obiettivi professionali in ambito culinario, quali sono i tuoi?
Ho scelto di fare il cuoco e il pasticcere e questo voglio continuare a fare, anche se il mondo della ristorazione è alquanto difficile, sotto tanti punti di vista. Vorrei riuscire a creare qualcosa di mio come un piccolo bistrot, un b&b che dia la possibilità alle persone di fare cene private, ma comunque l’idea è quella di creare qualcosa di mio, ma piccolo, perché per me la cucina è ospitalità, fatta con la stessa arte tramandata da mia nonna e i miei genitori; secondo me, solo con piccoli numeri puoi veramente essere ospitale.

Iscriviti alla nostra Newsletter

Rimani aggiornato sugli eventi, i corsi e le novità di Myda Scuola di Cucina

Condividi con i tuoi amici

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *