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Intervista a Mario Trovato del Corso Professionalizzante per Cuoco Myda a Catania

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Intervista a Mario Trovato – 54 anni – Da tipografo e informatico pressoLa Sicilia“, a Docente Chef presso Myda Scuola di Cucina.

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Breve Biografia

Da piccolo aiutavo mia mamma in cucina: mia mamma era sofferente e, quando potevo, lo facevo. Sono figlio unico. Poi intrapresi la mia strada, il mio ruolo: sono un informatico, quello che mi appassionava era proprio questo. In realtà nasco come tipografo. Ho iniziato a lavorare nelle tipografie esterne e poi vengo assunto, all’età di sedici anni, a “La Sicilia” (quotidiano regionale, ndr). Un lavoro che mi ha appassionato e mi ha gratificato molto, anche economicamente. Come formazione scolastica, esco dai Salesiani con la qualifica di operatore professionale per tipografia. Mio padre è un tipografo, lavorava anche lui per “La Sicilia”.

Sono rimasto a “La Sicilia” fino al 31 Dicembre 2013. Da quel giorno sono andato via dal giornale, in prepensionamento: le nostre leggi ce lo consentono, non al 100% della pensione ma all’80%, che è comunque una buona pensione per me. A “La Sicilia”, essendo un giornale quotidiano, si lavora 24 ore al giorno per 365 giorni all’anno. Non si lavora solo il 25 dicembre e il 31 dicembre. A Pasqua adesso non si lavora, ma prima si lavorava. Gli altri giorni in cui non si lavora è il Primo Maggio e Ferragosto. Erano 5 i giorni all’anno in cui non si lavorava. Tutti gli altri giorni si lavorava sempre. Poi mi sono reso conto che era arrivato il momento di dedicare del tempo a me stesso: era un periodo in cui ero reduce di vari problemi di salute, che mi hanno portato a varie degenze in ospedale; così ho deciso di dedicarmi alla mia passione, e cioè la cucina.

Ero solito guardare MasterChef e altri programmi televisivi e, parlando con mia moglie, dicevo sempre: “A me piacerebbe cucinare in modo un po’ più professionale, invece che in maniera casalinga”. Un giorno mentre ero in redazione a “La Sicilia”, mia moglie mi ha telefonato e mi ha detto: “apri il giornale! Dato che tu ci lavori e non lo guardi… c’è la pubblicità di una Scuola di Cucina, Myda”. Ho chiamato Loredana (Crisafi, Docente Chef e Fondatrice di Myda Scuola di Cucina, ndr), nel pomeriggio l’ho raggiunta in sede, ho versato l’ammontare dovuto, e mi sono iscritto al Corso Base di Cucina. Da lì ho proseguito con il Corso di Cucina Avanzato, il Corso di Pasticceria e il Corso di Tavola Calda… ho partecipato a tutti i corsi in pratica, tranne al Corso di Cake Design. Il Cake Design non mi piace molto. Lo ritengo una moda.

Quali sono stati gli elementi che ti hanno portato a scegliere questa scuola?

Non ho avuto, a differenza forse degli altri, di vedere varie scuole di cucina e magari sceglierne una in particolare. Vedendo questa ho avuto un ottimo impatto da Loredana. Inoltre, in tutti i corsi ai quali ho partecipato, si sono sempre creati questi gruppi di amicizia, simpatia, rispetto reciproco e collaborazione. Mi sono trovato bene sin da subito. Questa scuola la ritengo una seconda famiglia, anzi, posso dire in certi casi che, quando manco da qua, ne sento proprio la mancanza e non vedo l’ora di ritornare.

Come valuti i Docenti?

Non posso parlarne che bene. Loredana, Mario (Casu, Docente Chef presso Myda Scuola di Cucina, ndr) e Dino (Catalano, Docente Chef presso Myda Scuola di Cucina, ndr) sono Docenti molto preparati: usano un linguaggio molto elementare e comprensibile, facendoti comprendere quanto più possibile. Naturalmente usano anche espressioni tecniche, ma fanno in modo che si possa riuscire ad avere padronanza anche di quel tipo di linguaggio.

presentazione antipasto Mario Trovato commissione d'esame antipasto petali di baccalà con carciofi croccantiQual è stata l’esperienza del Corso Professionalizzante che ti ha colpito di più?

Il Corso Professionalizzante non l’ho fatto per rendere la mia passione un mestiere, perché non ne ho effettivamente bisogno. L’ho fatto principalmente per professionalizzare le mie tecniche in cucina, come dicevo. Rispetto a tutti gli altri corsi che ho fatto, il corso professionalizzante, ti dà una marcia in più rispetto al corso amatoriale, o al corso di cucina avanzato. Tramite il Corso Professionalizzante ho avuto la possibilità di entrare per la prima volta in una cucina professionale. Non ne avevo mai visto una prima. Il giorno più toccante poi, è stato il giorno degli esami. Pur avendo una certa età, per me è stato come ritornare a scuola. Ero molto teso (vedi foto “Presentazione Antpasto Commissione d’Esame”, ndr), anche perché sapevo chi avevo dall’altra parte (la Commissione era composta dagli Chef Seby Sorbello, Presidente dell’Associazione Provinciale Cuochi Etnei, Federazione Italiana Cuochi e lo Chef Pietro D’Agostino, Proprietario del Ristorante “La Capinera”, Spisone, Taormina, ME, 1 stella Michelin, ndr). L’emozione mi ha giocato un brutto scherzo. Infatti l’antipasto che ho preparato non è venuto come tutte le volte che l’ho fatto (vedi foto “Antipasto: Petali di Baccalà con Carciofi Croccanti”, ndr).

Consiglieresti questa scuola a qualcuno?

La consiglierei a tutti. Come consiglierei a tutte le casalinghe di farsi il Corso HACCP. Ci sono molte cose da attenzionare nella manipolazione dei cibi, che magari non si seguono. Ad esempio, la disposizione degli alimenti in frigo: la carne e il pesce vanno messi sempre in basso, perché possono scolare e andare sui formaggi, col rischio di contaminarli. Ci sono degli accorgimenti che a casa non si fanno. La stessa cosa vale nella pulizia degli strumenti da lavoro. Noi utilizziamo molto uno spruzzino con soluzione alcoolica, a differenza di utilizzare una spugnetta con l’acqua, che da un lato pulisce e dall’altro rimette i batteri. Questa tecnica sarebbe opportuno adottarla anche a casa, e io lo faccio.

C’è un piatto che ti chiedono di fare sempre?

Le ricette che mi chiedono di fare sempre sono varie. Mia moglie lascia sempre cucinare a me per le feste o quando i commensali non siamo noi stessi.

La ricetta che faccio quando ci sono delle cene o dei pranzi è il “Rotolo di Vitello alle Noci”. La preparazione è molto simile a quella del falso magro. Si prende la fesa di vitello, (la grammatura dipende dal numero dei commensali), uno strato di prosciutto, un altro di formaggio – in genere io utilizzo la feta, ma si può utilizzare anche provolone piccante, non c’è un particolare formaggio da usare, varia in base alla fantasia e ai gusti – poi abbiamo uno strato di prezzemolo e un alto di noci – le noci vanno rotte a coltello, non tritate – il tutto va rotolato come il falso magro, fatto rosolare, poi, man mano che cuoce, si aggiunge il latte. Generalmente si mette, 1 litro , 1 litro e mezzo di latte. Viene lasciato cuocere in questo stesso latte e si gira ogni tanto, sempre nella stessa casseruola. Questa preparazione si fa tutta ai fornelli, non in forno. A termine cottura si esce la carne dalla casseruola e si fa riposare. Si prende il fondo di cottura, aggiungo altre noci fatte in polvere stavolta, e passa tutto al minipimer oppure al frullatore. Faccio addensare la salsa così ottenuta sul fuoco, che sarà quella che accompagnerà la carne, che va affettata come il falso magro.

Qual è la cosa della quale hai avuto più difficoltà?

Non ho avuto grosse difficoltà con il professionalizzante, sono reduce di tutto un susseguirsi di corsi seguiti qui e, apprendere nuove tecniche, non è stato uno sforzo enorme per me.

Hai un motto particolare che ti accompagna nella vita?

Bisogna non avere mai paura di mettersi in gioco. Questo è vivere. Cercando di dare il meglio di se stessi…

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